Pietrapaola

Pietrapaola è un comune italiano di 1.001 abitanti[1] della provincia di Cosenza, in Calabria.

L'abitato si sviluppa sulle ultime pendici della Sila Greca, lungo un pendio posto alla destra del fiume Trionto. Separata dal nucleo originario sorge a 6 metri di altitudine, nella frazione Camigliano, Pietrapaola Marina, apprezzata località balneare del Basso Ionio Cosentino.

Storia

Pietrapaola è un piccolo paese, il cui territorio si estende dal Mar Ionio alla Presila, di probabile origine brettia, etnia italica dedita prevalentemente alla guerra, alla pastorizia e all'agricoltura. Non è chiara l'origine del toponimo: secondo alcuni deriverebbe dai nomi dei santi Pietro e Paolo, secondo altri da pietra (in riferimento alla imponente rupe nota come “Timpa del Castello” che sovrasta il capoluogo) e dal cognomen della famiglia latina Paula, che avrebbe avuto in proprietà la zona.

Il paese di presenta come una struttura fortificata, vera e propria piazzaforte affacciata sullo Ionio ed arroccata attorno ad una rupe detta “Castello”. Nel territorio sono presenti tracce di antichi insediamenti di epoca incerta, tra cui alcune grotte sul monte Orgia, probabili avanzi di una necropoli, e resti di mura di età classica in contrada San Martino. A poca distanza dall'abitato si trova un'importante cinta muraria risalente ai secoli IV – III a.C. detta “Muraglie di Annibale”, che consente di spiegare con precisione quale fosse il modello difensivo che prevedeva l'organizzazione territoriale brettia, la quale controllava l'arco costiero meridionale che dalla località Castiglione di Paludi si estendeva fino alla località Murge del comune di Strongoli. Sono presenti anche ritrovamenti di alcune monete e ceramiche elleniche. Si presume che nel confine tra Pietrapaola e Caloveto ci sia la presenza della Quarta Sybaris, creata forse dai soldati che ritornarono dalla Battaglia di Nika verso Sybaris.

Quasi assenti sono le testimonianze fino al 1269, anno in cui il feudo di Pietrapaola venne concesso prima al milite francese Elia de Gant e successivamente a Elia de Tuello. Nel 1325 il paese esisteva con il nome di Castrum Petrapaule (Κάστρον Πετροπαύλου, Kàstron Petropàulon). A partire dal XIV secolo il territorio di Pietrapaola appare particolarmente florido dal punto di vista economico. Dal 1413, anno in cui la signoria di Pietrapaola passò al cosentino Ruggero Britti, si susseguirono diversi feudatari: ne ebbero possesso i Guindazzo (1471), i Cavaniglia (1480) e i Sanseverino (1484). Il 7 novembre 1500 il Principe di Rossano, Giovan Battista Marzano, nomina il nobile Bernardino de Leonardis Capitaneum Nostrum a Baroniae Nostrae Petrapaule. Tuttavia, a seguito della seconda congiura dei baroni, la baronìa passò a Ferrante D'Aragona, figlio naturale di Ferrante I di Napoli. Nel 1561 ne entra in possesso il Duca di Montalto e successivamente Don Vincenzo Ruffo, Principe di Scilla. Nel 1616 ad acquisire il possesso è Giovanna Ruffo, ed in seguito venne venduta ai Mandatoriccio, la cui ultima erede Vittoria (figlia di Francesco Mandatoriccio) sposò nel 1676 un appartenente della famiglia Sambiase, ultimi intestatari fino all'abolizione della feudalità nel 1806. I Sambiase diedero grande impulso all'economia e all'artigianato con l'allevamento di pregiate mandrie di cavalli, allevati nelle immense distese boschive del territorio, e la confezione di doghe e barili, vendute nel mercato pugliese.

Dal 1928 al 1934 fu aggregata al comune di Mandatoriccio.

Simboli

Lo stemma e il gonfalone del comune di Pietrapaola sono stati concessi con decreto del Presidente della Repubblica del 19 ottobre 2011, a seguito della pratica istruita dal consiglio comunale[3]:

«D'azzurro, a tre pietre, d'oro, ordinate in fascia, la pietra centrale più grande; esse pietre accompagnate in capo da due stelle di cinque raggi, d'oro, ordinate in fascia, in punta da due mani appalmate, d'oro, ordinate in fascia, la mano destra posta a destra e in banda, la mano sinistra posta a sinistra e in sbarra; il tutto alla bordatura diminuita, di verde. Ornamenti esteriori da Comune.»

Al suo interno sono presenti tre massi, a simboleggiare la Rupe del Castello, ai quali sono associate due stelle, simbolo religioso posto a significare la luce che guida ed illumina il cammino, e due mani appalmate, aperte e pronte a donare, a lavorare ed aiutare[4].

Il gonfalone municipale è un drappo di giallo con la bordatura di verde.

Monumenti e luoghi d'interesse

Il territorio di Pietrapaola è caratterizzato dalla particolare presenza di grotte e di numerosi monumenti rupestri, che rendono unico il paesaggio. Il borgo antico è sovrastato da due rupi: la prima, la "Rupe del Salvatore", conserva una splendida testimonianza di arte rupestre all'interno della Grotta del Principe, accessibile solo su gradini scavati nella viva roccia e da cui si può scorgere una splendida vista del paese; la seconda, detta "Timpa del Castello", era utilizzata probabilmente al suo interno come antica fortezza baronale. Inoltre tra le vie del borgo antico si possono visitare:


Fonte: Wikipedia