Sorbo Serpico

Sorbo Serpico è un comune italiano di 532 abitanti della provincia di Avellino in Campania.

Geografia fisica

Comune della conca avellinese, situato nella valle del torrente Salzola, tributario di destra del Sabato, ai piedi delle estreme propaggini settentrionali dei Monti Picentini (Monte Serpico, 807 m). Il centro abitato di Sorbo Serpico è adagiato nella valle del Salzola. La parte occidentale del comune è caratterizzata da dolci declivi ricoperti da fertili campagne coltivate, mentre la parte orientale, più montagnosa, è ricoperta da boschi cedui e castagneti.

Storia

Il primo nucleo fu edificato sul Monte Serpico, sul perimetro difensivo della colonia romana di Avellino, e, pare, abbia assunto questo nome da un tempio dedicato alla divinità Serapide. Da un documento del 901 Serpico risulta casale appartenente al centro longobardo di Conza. Al tempo dei Normanni era un dominio dei conti di Avellino. Successivamente risulta come feudo delle famiglie Gesualdo, Galeota e Della Marra. La peste del 1656 ne decimò la popolazione così che sorse, più in basso dell'antico nucleo, Sorbo per opera dei superstiti. Il centro di Serpico quindi andò sempre più spopolandosi a favore di Sorbo. La famiglia Brancaccio detenne poi il feudo di Sorbo Serpico fino all'eversione della feudalità.

Nel Regno delle Due Sicilie il comune fu parte del Distretto di Avellino.

Territorio a vocazione agricola, nel corso del '900 ha visto, come tanti altri comuni dell'Italia meridionale, molti dei suoi abitanti emigrare verso le maggiori regioni industriali dell'Italia e dell'Europa. Centro gravemente danneggiato dal sisma del 23 novembre 1980, nel 1983 fu teatro di una rivolta promossa dalle donne del paese, le quali riuscirono a impedire la captazione dell'acqua della locale sorgente del Saucito (usata da sempre come fonte e lavatoio pubblico) da parte della "Società Alto Calore".[4]


Onorificenze

Medaglia d'oro al Merito Civile

«In occasione di un disastroso terremoto, con grande dignità, spirito di sacrificio ed impegno civile, affrontava la difficile opera di ricostruzione del proprio tessuto abitativo, nonché della rinascita del proprio futuro sociale, economico e produttivo. Mirabile esempio di valore civico ed altissimo senso di abnegazione.»

— 23 novembre 1980

Monumenti e luoghi d'interesse

Sul Monte Serpico, tra una rigogliosa vegetazione, sono ancora visibili i resti dell'antico castello. La chiesa parrocchiale dei SS. Nomi di Gesù e Maria, edificata nel XVII secolo, situata al centro dell'abitato, conserva affreschi attribuiti a Francesco Solimena e a Michele Ricciardi, un altare barocco attribuito a Cosimo Fanzago, un Cristo ligneo attribuito al Venuti e un soffitto ligneo cassettonato.[6] Nel centro dell'abitato si erge poi il palazzo secentesco appartenuto alla famiglia Brancaccio, a cui è annessa la settecentesca cappella della Santissima Annunziata. Su una collina prospiciente l'abitato è situata la settecentesca cappella della Madonna della Neve.



                                              Fonte: Wikipedia