Termoli (CB)

Termoli è un comune italiano di 31.980 abitanti[2] della provincia di Campobasso in Molise, il secondo comune più popoloso della regione dopo il capoluogo Campobasso.

Situata lungo il litorale adriatico, è l'unico porto del Molise. Costituisce inoltre un centro peschereccio, turistico e industriale. La città conserva il borgo medievale chiuso dentro le mura che lo separano dalla città moderna.[6]

Geografia fisica

Territorio

La città si affaccia sul mare Adriatico a un'altitudine che va da 0 a 178 m s.l.m. Situata nella zona altimetrica della collina litoranea, è classificata a basso rischio sismico. Geograficamente gran parte del territorio si colloca tra il fiume Biferno (a sud) e il torrente Sinarca (a nord) entrambi a carattere torrentizio, da cui l'ipotesi del nome antico Interamna Frentanorum che significa letteralmente "terra fra due fiumi".

La parte più antica della città, nella quale si formarono i primi insediamenti, è il promontorio dove oggi sorge il Borgo Antico, caratterizzato da viuzze con viste sul Mar Adriatico[7]. La città si sviluppa verso la costa nord (Spiaggia Sant'Antonio) e verso sud (Rio Vivo) dove si trovano i vari stabilimenti balneari; verso l'interno del territorio la città si ramifica in varie zone residenziali nonché nel centro cittadino formato da tre principali vie (corso Nazionale, corso Fratelli Brigida, corso Vittorio Emanuele III) che furono i cardini per sviluppare la città dettate dai Borboni agli inizi del 1800[8].

Buona parte delle periferie ora si sviluppano sulle alture adiacenti (Difesa Grande e Colle Macchiuzzo) dalle quali si aprono le campagne coltivate; la zona sud di Termoli invece possiede l'unica pianura sulla costa (Pantano basso) che da Rio Vivo si estende nell'interno fino a unirsi con le Piane di Larino (pianura del Basso Molise) dove risiede la zona industriale della città, dalla quale si ha una vista sull'intero hinterland termolese.

La vegetazione è tipicamente mediterranea; nelle campagne è rilevante la coltura dell'olivo, tanto da rendere Termoli membro dell'Associazione nazionale città dell'olio[9]. Altra caratteristica è la presenza dell’unico porto della costa molisana che, oltre a supportare le attività pescherecce, garantisce collegamenti per tutto l'anno con le Isole Tremiti, facenti parte della provincia di Foggia[10].

Nella città di Termoli si incrociano il 42º parallelo Nord e il 15º meridiano Est; quest'ultimo è il meridiano centrale del fuso orario (UTC+1 o Central European Time) di Berlino, Parigi e Roma (Europa centro-occidentale) che di fatto determina l'ora solare del fuso stesso (chiamata infatti l'ora di Termoli). Il meridiano è denominato Termoli-Etna. L'incrocio tra le due linee immaginarie avviene sulla spiaggia di Rio Vivo o più precisamente presso la marina di San Pietro, a pochi passi dal luogo dove era situato un trabucco in disuso (Trabucco di Bricche). I calcoli più datati situavano invece il punto di incrocio in corrispondenza di un'antica torretta semi-distrutta che si trova sempre sulla strada di Rio Vivo.[11]


Origini del nome

In ogni caso non si hanno attestazioni certe.

Inoltre un'antica carta geografica risalente al 1745 ritraente tutta la costa molisana, rinvenuta in un archivio americano, riporta per la città i toponimi Termole o Termine.

Storia

Antichità

Le attestazioni di vita più antiche risalgono all'età preistorica e romana e sono documentate dai ritrovamenti di necropoli preistoriche in contrada Porticone e Difesa Grande, nonché da attestazioni ricognitive di ville romane.

Per quanto riguarda il promontorio della città, dove oggi si staglia il centro storico, si conferma la presenza dell'uomo già dall'Età del Bronzo grazie a ritrovamenti sotto la Cattedrale di ceramiche molto danneggiate. Con grande probabilità lo stesso territorio viene frequentato da Greci, Sanniti, Frentani e Dauni, che ne resero in passato porto e centro marinaresco.

Successivamente, in seguito alle scorribande dei Barbari e ai momenti di crisi socioeconomica del basso impero (circa nel 412), gli abitanti dei luoghi limitrofi si sono rifugiati sul promontorio - zona facilmente difendibile, aperta sul mare, alta, con un unico accesso alla terraferma. Qui si stanziarono e come ricordo esistono ancora vie con nome "Tornola" che fanno riferimento, appunto, ai primi insediamenti medievali di questa zona del promontorio.

Medioevo

In seguito alla proclamazione di Termoli a capoluogo di Contea (in quanto posto di difesa strategico) ad opera dei Longobardi, che nel 568 fondarono il Ducato di Benevento, nella città fu costruito un complesso difensivo formato da mura, un torrione e 8 torrette merlate, tra cui una chiamata tuttora Torre Tornola.

Altre attestazioni di vita sono la costruzione dell'edificio sul quale, in seguito, nel XII o XIII sec. è stata edificata la Cattedrale nella forma che vediamo noi oggi; i resti originari ci riconducono probabilmente ad un antico tempio romano dedicato a Castore e Polluce, i due Dioscuri. La prima chiesa risale forse al X secolo d.C. e ci fa intendere la presenza di un vescovo e quindi di una diocesi.

La presenza, oltre dell'edificio sacro, anche del Castello, voluto forse da Federico II come torre di vedetta sull'Adriatico (non del tutto diverso nelle funzioni dalle torrette allineate lungo la S.S. 16 a nord di Termoli) denota un periodo di splendore intorno al XII e XIII secolo d.C.


Età moderna

Le invasioni turche con saccheggi e devastazioni (tra cui quella di Piyale Paşa),[15] terremoti, passaggi di proprietà tra dinastie e famiglie nobili hanno segnato un momento di calo durato fino al 1770 circa.

Attestazioni ufficiali derivano dal Regno di Napoli nelle quali la città di Termoli, la costa molisana e parti del Basso Molise facevano parte della regione storica della Capitanata e solo a causa della riforme murattiane del 1811 furono annesse al pre-esistente Contando del Molise dando vita alla provincia del Molise.[16] Nel 1847 con il passaggio a Termoli di Ferdinando II, fu concesso ai termolesi di edificare anche al di fuori della cinta muraria: il re Borbone diede l'autorizzazione per tracciare le due direttrici che avrebbero segnato l'inizio dello sviluppo della città - conosciute come il Corso (corso Nazionale) e il Secondo corso (corso Fratelli Brigida), poi affiancate dal Terzo Corso (corso Vittorio Emanuele).

Feudatari di Termoli

Termoli venne donata da Carlo III di Napoli a Guglielmo di Monforte-Gambatesa, per poi passare alla morte di questi, al figlio Carlo di Monforte-Gambatesa. Alla morte senza eredi maschi di Carlo, Termoli passò al nipote Cola di Monforte.[17] Caduto questi in disgrazia, la città rientrò nel demanio regio e in seguito brevemente ai Monforte, per poi essere infeudata al condottiero Andrea di Capua (morto nel 1511), al quale fu riconosciuto il titolo di duca di Termoli nel 1495. Suo erede fu il figlio Ferdinando o Ferrante di Capua, nato dal matrimonio con Maria d'Ayerbo d'Aragona. Termoli passò successivamente alle figlie di questi, Isabella e Maria. Maria ottenne infine il titolo esclusivo sul feudo di Termoli, trasmettendo al marito Vincenzo di Capua (figlio del fratello di Andrea di Capua, Annibale) il titolo di duca.[18] Il figlio primogenito della coppia, Ferdinando di Capua (fratello maggiore dell'arcivescovo di Napoli Annibale di Capua), succedette al padre quale quarto duca di Termoli nel 1559.[19] Ferdinando sposò Vittoria Sanseverino, figlia di Pietro Antonio Sanseverino, duca di San Marco e Erina (Irene) Castriota, contessa di Soleto. La coppia ebbe un unico figlio, Pietro Antonio di Capua, marchese di Guglionesi (1569-1594), premorto al padre. Pietro Antonio lasciò tuttavia due figli, avuti dal matrimonio con Bernardina Frangipane della Tolfa, ovvero Vittoria e Ferdinando. Quest'ultimo divenne quinto duca di Termoli alla morte del nonno e omonimo, avvenuta nel 1614. Ferdinando morì in giovane età nel 1623, lasciando un'unica figlia, Giulia, nata dal matrimonio con Laudomia Caracciolo. Giulia sposò un esponente di un altro ramo della famiglia di Capua, ovvero Andrea Francesco di Capua, principe di Roccaromana, marchese di Torre di Francolise e conte di Anversa degli Abruzzi, figlio di Giovanni Tommaso e Virginia Belprato, contessa d'Anversa. La coppia ebbe un unico figlio, Antonio Francesco di Capua, sesto duca di Termoli (succedette alla madre nel 1657) e principe di Rocca Romana. Antonio Francesco fu feudatario di Termoli sino al 1686, anno in cui morì. Gli succedette il figlio Andrea di Capua (morto nel 1697). Andrea di Capua concesse a Termoli nel 1698 le Capitolazioni feudali, una serie di norme che regolavano i rapporti tra il feudatario e la città.[19] A questi succedette la nipote Ippolita Maria Pignatelli ed in seguito le figlie di quest'ultima Ippolita e Giulia. Tramite quest'ultima, sposata con Domenico Cattaneo Della Volta Paleologo, Termoli pervenne al ramo napoletano della famiglia Cattaneo, che la tenne sino all'eversione della feudalità.[20] Gli ultimi feudatari di Termoli furono il figlio di Giulia e Domenico, Francesco Cattaneo della Volta Paleologo (1721-1790), principe di San Nicandro e il figlio ed erede di quest'ultimo, Augusto Cattaneo della Volta Paleologo (1754-1824).

Età contemporanea

Durante la seconda guerra mondiale, Termoli fu occupata dai tedeschi. Il 3 ottobre 1943 giunsero gli alleati al comando del generale Montgomery sbarcando al porto, provenendo da Foggia. I tedeschi allora ingaggiarono una furiosa battaglia presso la stazione ferroviaria, che fecero saltare in aria, e successivamente si ritirarono nei centri della linea del fiume Biferno, mentre altri andarono a fortificare la linea di San Salvo-Montenero. Nei 4 giorni di scontri nei pressi di Termoli, vi furono 18 vittime tra la popolazione civile.[21][22]

Nell'immediato dopoguerra, la città ha visto lo sviluppo del turismo balneare, essendo la principale città del Molise sulla costa; negli anni '80-'90 si è registrato anche un rapido sviluppo demografico e urbano, che ha portato velocemente Termoli ad essere la seconda città del Molise dopo Campobasso per popolazione, divenendo anche la seconda sede universitaria regionale.


Monumenti e luoghi d'interesse

Castello svevo

Il Castello svevo è il simbolo, più rappresentativo della città. La sua architettura improntata a gran semplicità, priva di qualsiasi ornamento, e le sue caratteristiche difensive lasciano supporre che sia stato costruito in epoca normanna (XI secolo), interamente in pietra calcarea e arenaria, nei pressi di una preesistente torre longobarda. Esso è tuttavia definito "svevo" in seguito alla ristrutturazione e fortificazione voluta da Federico II di Svevia nel 1240, dopo i danni arrecati da un attacco della flotta veneziana. Data la sua ubicazione, era il fulcro di un più ampio sistema di difesa, costituito da un robusto muro che cingeva l'intero perimetro della città e da diverse torrette merlate, di cui una si è conservata intatta ed è situata all'ingresso del borgo antico.[24]


Cattedrale

Di notevole interesse architettonico è anche la cattedrale di stile romanico pugliese dove sono conservati il corpo del santo patrono della città, Basso e del compatrono[25] Timoteo. Essa è edificata nel punto più alto del promontorio termolese, ha sviluppo longitudinale ed è divisa in tre navate. Difficile determinare la data di costruzione della basilica; alcuni elementi, tuttavia, farebbero presupporre la presenza di una cattedrale già nel IX-X secolo. La facciata della chiesa può essere idealmente (e anche materialmente) divisa in due parti: quella inferiore e quella superiore in netto contrasto tra loro.

Altre architetture religiose

Santi Pietro e Paolo Apostoli. I decreti istitutivi della parrocchia, unificata con atto del 1º gennaio 2014, in precedenza erano distinti e datati come segue: San Pietro 1º novembre 1980; San Paolo 8 ottobre 1986. È una chiesa dall'impianto irregolare, che assume le caratteristiche di un ventaglio, il punto verticale del cono vede ergersi la torre campanaria in mattoni. L'interno è molto semplice, presenta vetrate istoriate alla maniera antica, il trono del presbite è in stile romanico, in marmo.


Architetture militari del borgo

Monumenti civili del borgo medievale

La parte antica della città è caratterizzata principalmente dal Castello svevo (utilizzato come simbolo della stessa città), dalla Cattedrale situata in piazza Duomo, dalla Chiesa di Sant'Anna e dalla Torretta Belvedere. Di notevole importanza l'ex seminario vescovile situato in piazza S. Antonio, piazza Vittorio Veneto con il suo palazzo e i suoi giardini, il Monumento ai caduti, il Santuario Maria SS. della Vittoria in Valentino e la Chiesa della Madonna delle Grazie.

Chiesa di Sant'Anna

affianca la Cattedrale in piazza Duomo. La chiesa risale al XVI secolo, vi si venerava San Rocco per la protezione contro la pestilenza, ma anche Sant'Anna per i parti felici. Nel 1968 fu ridotta a semplice battistero, e riaperta al culto solo nel 1992. La chiesa presenta uno stile semplice barocco, con delle nicchie sulla facciata, che in cima è completata da un campanile a vela centrale.

Palazzo vescovile

affianca la Cattedrale. Risale al XVI secolo, rifatto dopo la distruzione di Termoli da parte dei turchi nel 1566; ha impianto rettangolare, l'ingresso sulla piazza è dato da un portale in pietra scolpita, sormontato dallo stemma vescovile della diocesi di Termoli. Il palazzo ospitava la casa del vescovo e gli uffici; la casa del vescovo è un palazzetto attaccato a questo, con l'ornamento dello stemma pastorale. In una cappella si conservano reliquie di San Basso patrono di Termoli, e anche dei resti di San Timoteo.

Chiesa di Sant'Antonio di Padova

si trova nel piazzale omonimo davanti alle mura. La chiesa attuale risale al 1975, sede della parrocchia che fu istituita nel 1936 e poi ancora nel 1959, ed ha pianta circolare. La chiesa antica è oggi mostra d'arte, fu realizzata nel 1445, sede dei Frati Minori Osservanti, ed era dotata di un monastero, distrutto dai turchi nel 1566. Il convento fu ricostruito, ma soppresso nel 1812, e nei primi anni del Novecento si demolì quanto ne restava, lasciando la chiesa; questa è a pianta rettangolare, conserva un bel portale romanico con elementi vegetali sulla cornice a rilievo.

Palazzo Ragni

si trova nel centro storico, vi nacque il pittore Basso Ragni, vissuto poi a Livorno.

Piazza Sant'Antonio

si trova appena fuori le mura del Castello svevo; in origine era la villa pubblica di Termoli, prima della realizzazione dell'attuale. Era una villa spaziosa, con oleandri e aiuole, fu inaugurata nel 1935, espropriando i terreni dell'ex convento di Sant'Antonio degli Osservanti. Negli anni '50 la piazza ospitò la nuova sede municipale, spostata da piazza Insorti d'Ungheria, sicché dal 1951 la villa venne smembrata e cementificata, divenendo un parcheggio. La piazza ospita da un lato la Galleria civica presso l'ex chiesa di Sant'Antonio, dall'altra il palazzo municipale di Termoli, al centro della "rotonda" vi è una fontana del 1949 realizzata da Renato Beretta. La fontana mostra una vasca con quattro pesci, una rana, un mollusco a rilievo; il secondo blocco vede stagliarsi la figura di un fanciullo che sembra domare i quattro pesci dalla grossa testa; il giovane è seduto su di essi, il terzo pesce è tenuto fermo dal piede sinistro, il quarto è tenuto stretto dal braccio del giovane. Restaurata nel 2001.

Monumento ai caduti

in piazza Vittorio Veneto, una delle piazza più grandi della Termoli del primo Novecento, dove venne realizzata anche la scuola elementare "Principe di Piemonte". Il monumento fu inaugurato nel 1926 per commemorare i morti locali nella Grande guerra, è caratterizzato dalla tipica architettura di regime nell'atto di celebrare il valore eroico dei caduti, vi è l'incisione ANNO X (1932) in occasione del restauro di Enzo Bucchetti, che realizzò il piedistallo in pietra bianca, che sorregge il gruppo bronzeo del milite romano, nell'atto di difendere una matrona, la personificazione di Termoli. L'epigrafe è stata dettata dal grecista locale Gennaro Perrotta.

Monumenti ai personaggi illustri di Termoli

si trovano sul Corso Nazionale, sono statue bronzee dedicate a Benito Jacovitti, Gennaro Perrotta, Carlo Cappella.

A Rejecelle

Una delle strade più caratteristiche di Termoli, si trova nel cuore del borgo antico, tra Vico 2° Castello, via Campolieti Nicola Maria e via Salvatore Marinucci. Unitamente a un vicolo di Ripatransone è la via più stretta in Italia, misurando solo 41 centimetri di larghezza.[26]

Il parco pubblico

Il parco comunale "Girolamo La Penna" è l'area verde principale di Termoli, voluto nel 1962, dopo che l'ex villa comunale di piazza Sant'Antonio era stata smantellata. Fu scelta l'area di via del Molinello, 13 ettari ceduti al Comune da un privato furono lavorati per realizzare la villa, sotto progetto dell'architetto De Felice. La villa fu composta dall'area giochi per bimbi, l'area dello sport con campi da tennis, calcio, pallavolo, minigolf, il Teatro Verde, ossia un anfiteatro per 2 000 posti, un laghetto centrale con papere e cigni. Al progetto contribuirono anche la Forestale, gli artisti termolesi quali Rita Racchi, Riccardo Meli, Enrico Sirello, che realizzarono delle sculture. Negli ultimi anni la villa è caduta in degrado, ma ci sono stati degli interventi di recupero per valorizzare il suo potenziale turistico.



Fonte: Wikipedia