Lucera

Lucera è un comune italiano[8] di 30.745 abitanti[3] della provincia di Foggia in Puglia.

In virtù della sua posizione geografica di rilevante interesse Lucera fu storicamente contesa tra le varie popolazioni dominanti, a partire dall'epoca romana e per tutto il medioevo. Nota per la sua fortezza svevo-angioina e il suo anfiteatro augusteo[9], sede vescovile almeno dal V secolo, fu capoluogo della provincia di Capitanata e del contado di Molise dal 1584 al 1806[10].

Origini del nome

Il toponimo "Lucera" ha origini incerte, visti i molteplici nomi con cui il borgo è chiamato nelle fonti storiche. L'appellativo della città potrebbe derivare dal nome della tribù serviana dei Luceres, anche se secondo alcuni sarebbe da ricondurre alla dea Lucina che fu venerata in città[15].

Un altro studio suffraga l'ipotesi che uno degli appellativi con cui la città era conosciuta nel Medioevo provenga dalle colline su cui poggia la città. Esse infatti erano coperte di un bosco, sacro agli dei; nel primitivo linguaggio etrusco “bosco sacro” era detto luk-eri (luk in latino è lucus, eri significa "sacer, sacro"). Dall'etrusco Lukeri si arriva così a Luceria. Tuttavia, non è da escludere che il nome Lucera derivi dal greco leuka eria che significa “lana bianca”, perché anche i poeti latini Orazio e Marziale lodarono Lucera per la rinomata lana delle sue greggi e per i suoi pascoli, così come non si può escludere che Lucera derivi dal praenomen Lucius di Dauno, re eponimo dei Dauni, o più genericamente dalla parola latina lucem (da lux che significa luce), alla quale anche le precedenti ipotesi sono comunque etimologicamente connesse[15].

Storia

Dal neolitico all'età dei Dauni

Le prime testimonianze di vita nell'area della città sono state individuate sul Colle Albano, dove sono state rinvenute tracce di alcuni villaggi neolitici del III millennio a.C.

Considerata un'antica città dei Dauni, così definita dal geografo greco Strabone[16] (58 a.C.-24 d.C.) nella narrazione della leggenda secondo la quale Diomede, re d'Etolia, dopo la distruzione di Troia, fuggì verso l'Apulia e si stabilì presso Lucera, dove depose le armi e il Palladio nel tempio di Athena Iliàs. Tra i rinvenimenti di età daunia, si ricorda il carrello di Lucera, un gruppo di bronzetti con figure umane ed animali, oggi esposti quasi tutti presso l'Ashmolean Museum di Oxford[17].

Dal periodo romano all'alto medioevo

In età repubblicana venne contesa tra i Sanniti e i Romani. Questi ultimi, durante la seconda guerra sannitica (326-304 a.C.), nel tentativo di prestare soccorso a Luceria, subirono una grave sconfitta nella Battaglia delle Forche Caudine (321 a.C.) e furono costretti a passare sotto il giogo dei Sanniti[18], ma il console Lucio Papirio Cursore nel 320 a.C. mise sotto assedio la città e sconfisse i Sanniti, che dovettero arrendersi e passare sotto il giogo dei romani[19], ottenendo per questa vittoria il trionfo a Roma[20]. Dopo che i consoli Petilio e Sulpicio sedarono una ribellione, nel 314 a.C. Luceria fu trasformata in colonia di diritto latino, ricevendone ampia autonomia, propri magistrati e diritto di conio; fu dedita al culto di Minerva come testimoniano i ritrovamenti della "stipe votiva" del Salvatore conservata presso il museo civico di archeologia urbana. Luceria restò al fianco di Roma nella guerra contro Pirro (280-275 a.C.) e nella seconda guerra punica contro Annibale (218-201 a.C.), e, durante guerra civile del 49 a.C., fu quartier generale delle truppe di Gneo Pompeo Magno, che vi risiedette per due settimane.[21]

A partire dall'età imperiale, la città assunse un ruolo di primaria importanza nella Regio II Apulia et Calabria, con la sua monumentalizzazione e istituzioni di edifici pubblici, tra cui l'anfiteatro augusteo, edificato dal magistrato Marco Vecilio Campo in onore di Augusto. Si registra inoltre la fondazione di una delle prime comunità cristiane, organizzatasi in diocesi in età costantiniana[22], quando Costantino I concede a Luceria l'appellativo di Civitas Constantiniana[23]. Al V secolo, è datato il nucleo paleocristiano di San Giusto, i cui mosaici pavimentali della chiesa A sono esposti presso ex convento del Santissimo Salvatore.

Quando l'Impero romano decadde, la contesa si spostò tra i longobardi e i bizantini. L'imperatore bizantino Costante II nel 663 prese la città e pare che venne quasi completamente distrutta.

L'età sveva e la colonia musulmana di Lūǧārah

Dopo la conquista normanna ebbe diversi feudatari ma giocò un ruolo marginale rispetto al passato. Questa situazione si capovolse all'avvento degli svevi, in particolare con l'imperatore Federico II, che decise di insediarvi i musulmani ribelli della Sicilia. La città assunse fattezze arabe, con una moschea, una scuola coranica, libertà di culto e commercio, e nel 1233 l'imperatore fece erigere il suo Palatium su colle Albano. La colonia islamica di Lūǧārah[24] (o nella variante in arabo Lūshīra[25]) restò fedele alla casata sveva, a cui forniva arcieri, ospitando anche Manfredi, Sultano di Lucera[26] (durante il tradimento di Giovanni Moro, ucciso per aver cercato di mettere Luceria Sarracenorum nelle mani di papa Innocenzo IV)[27], e aiutandolo a vincere contro le truppe papali presso Foggia, conquistando la città il 2 dicembre 1254. Nel 1255, papa Alessandro IV emise la bolla Pia Matris contro Manfredi e i Musulmani di Luceria, inneggiando ad una crociata contro di essi.[28] I saraceni di Lūǧārah combatterono al fianco di Manfredi fino alla sua morte nella battaglia di Benevento del 1266, che segnò l'entrata in scena degli Angiò.

Età angioina

Nel febbraio 1268 papa Clemente IV indisse una Crociata per debellare i musulmani[29], ma Lūǧārah rifiutò l'obbedienza a Carlo I d'Angiò e resistette al lungo assedio (con l'aiuto di Guglielmo de Parisio), anche dopo l'assassinio di Corradino, arrendendosi per fame il 27 agosto 1269; i saraceni furono privati della libertà di governarsi seguendo le leggi islamiche e furono gravati di un pesante tributo di guerra. Nei pressi del Palatium federiciano, l'angioino fece realizzare una maestosa fortezza, abitata da coloni cristiani provenienti dalla Provenza[30].

Carlo II d'Angiò, nell'anno del primo Giubileo (1300) indetto da papa Bonifacio VIII, decise di depopolare la città affidando l'incarico al miles Giovanni Pipino da Barletta, che dal 15 al 24 agosto perpetrò un eccidio dei saraceni, in parte massacrati e in parte venduti come schiavi o costretti a convertirsi al Cristianesimo[31][32]. A seguito dell'abbattimento delle mura e della moschea, la città venne ripopolata con cristiani e rinominata Civitas Sanctae Mariae: vennero edificate le chiese, tra le quali la Cattedrale dell'Assunta e al suo interno fu collocata una statua mariana, invocata da allora col titolo di Santa Maria Patrona di Lucera. Il dominio angioino portò con sé anche la riformulazione del terraggio.

Dal Quattrocento al Settecento

Sotto gli Aragonesi, nel Quattrocento per pochi decenni la città divenne sede della Regia dogana della mena delle pecore di Puglia ma, a partire dalla fine del secolo successivo, fu stabilmente sede della Regia Udienza, con a capo il preside (governatore) provinciale.

Dall'inizio del Cinquecento, la città fu sotto il dominio spagnolo e il titolo di Civitas Sanctae Mariae fu sempre meno usato, sostituito dall'attuale nome di Lucera.

Nel 1642 il viceré spagnolo Ramiro Guzmán assegnò la città Lucera in feudo al conte Mattia Galasso, su ordine del re Filippo IV. La città subì quindi l'abolizione di tutti i privilegi conferitigli da Carlo II d'Angiò, fino al 20 dicembre 1691 quando fu dichiarata “città libera, in virtù del potente patrocinio di Santa Maria.”[33]

A cavallo fra il Seicento e il Settecento, Lucera fu anche al centro della vita di frate Francesco Antonio Fasani (1681-1742), chiamato Padre Maestro; fu gran predicatore e innamorato della Vergine Immacolata, amante dei poveri e dei sofferenti. A seguito dei danni provocati dal forte terremoto del 20 marzo 1731, fece restaurare la chiesa trecentesca di San Francesco, riconsacrata nel 1739. Canonizzato nel 1986 da papa Giovanni Paolo II, oggi è il compatrono della città.

Ottocento

Sotto il dominio napoleonico Lucera iniziò a perdere la sua centralità amministrativa, superata dall'attuale capoluogo di provincia, Foggia. Perse infatti la titolarità di sede del capoluogo nel 1806.

Il 31 luglio 1887 venne inaugurata la stazione ferroviaria e la relativa tratta Lucera-Foggia[34].

Novecento

Durante la Grande guerra Lucera perse 157 uomini[35] e numerosi furono i mutilati; la città continuò ad impoverirsi e anche l'economia ebbe il suo tracollo.

Durante la seconda guerra mondiale, Lucera non fu mai bombardata e mai attaccata. Le migliaia di sfollati di Foggia e dei centri limitrofi trovarono riparo a Lucera nella chiesa di San Matteo e nei locali degli antichi conventi.

Lucera fiorì per le industrie molitorie e di laterizi. Vi fu un aumento delle colture ortofrutticole e di allevamenti di bestiame. Tutto ciò comportò la nascita di alcune banche locali, l'incremento demografico e la nascita di nuovi quartieri.

Nel 1967 la tratta ferroviaria Lucera-Foggia venne chiusa, in quanto il percorso era ormai obsoleto e necessitava di lavori di restauro, e solo il 14 luglio 2009, ha ripreso a funzionare. Tuttavia il progetto iniziale contemplava la realizzazione di un proseguimento della stessa linea verso Campobasso così da consentire i collegamenti con Roma[36].

Dopo secoli di attività, per decisione del Ministro della Giustizia Paola Severino, e della successiva Anna Maria Cancellieri, nonostante le proteste degli avvocati, della popolazione e dei sindaci del comprensorio di Lucera[37], il 14 settembre 2013 la Procura di Lucera viene chiusa e i documenti portati a Foggia. Il 31 agosto 2015 segna la data di chiusura definitiva del Tribunale.[38]

Monumenti e luoghi d'interesse

Lucera conserva un centro storico, con significativi monumenti, per il quale ha ottenuto il riconoscimento regionale di città d'arte, confermato con determina della Regione Puglia il 13 dicembre 2017[42].

Architetture religiose

Basilica cattedrale di Santa Maria Assunta

Il duomo della città in stile gotico-angioino, costruito a partire dal 1302 e voluto da Carlo II d'Angiò dopo lo sterminio della colonia saracena. Al suo interno è venerata la statua trecentesca di Santa Maria Patrona di Lucera, il monumento funebre dei gemelli Mozzagrugno attribuito a Pietro Bernini, i resti del Beato Agostino Kazotic, un raffinato crocifisso di scuola renana e altre opere d'arte, inclusi altari e affreschi.

Basilica santuario di San Francesco Antonio Fasani

Costruzione riconducibile al XIV secolo, considerata uno dei principali luoghi di culto cattolico della città nonché Monumento Testimone di una Cultura di Pace. Dedicata a San Francesco d'Assisi, oggi è Santuario di San Francesco Antonio Fasani, le cui reliquie sono conservate sotto l'altare maggiore.

Chiesa del Santissimo Salvatore

Costruita all'inizio del XV secolo ha annesso un convento oggi sede della Biblioteca e Pinacoteca Comunale.[43]

Chiesa di San Domenico

Originariamente costruita nel XIV secolo ora visibile in forma barocca. Ha custodito fino al 1812 le spoglie del Beato Agostino Kazotic, vescovo di Lucera dal 1322 al 1323. L'annesso monastero è oggi la sede della locale Stazione dei Carabinieri. Al suo interno è possibile visitare la cella dove la tradizione vuole che il beato pregasse.

Chiesa di San Leonardo

Costruita nel XIV secolo e, con annesso convento, ha subìto una lunga serie di modifiche durante gli anni.

Chiesa di Sant'Antonio Abate

Costruita nel XIV secolo, di particolare interesse per la sua cupola con maioliche.

Chiesa di Santa Caterina

La chiesa con annesso ex convento furono costruiti tra il XIV e il XV secolo[44]

Chiesa di Santa Lucia

Originariamente costruita nel XIV secolo, fu riedificata completamente nel XVI secolo.

Chiesa di Santa Maria della Pietà

Costruta nel XV secolo e ampliata nel secolo successivo, comprendeva anche l'adiacente convento oggi struttura statale.

Chiesa di Santa Maria del Carmine

Costruita nel 1753 dai frati carmelitani e in stile barocco si staglia nell'omonima piazza. Al suo interno custodisce l'icona medievale della "Vergine del Monte Carmelo", venerata in origine nell'antico convento extra moenia. Pregevoli sono anche gli altari, tra cui spicca quello dedicato all'Addolorata, al cui centro è incastonata una celebre tela di Francesco De Mura.

Chiesa di San Giovanni Battista

Risalente al 1558 attualmente presenta caratteri dello stile barocco. Custodisce la statua lignea della cosiddetta "Madonna della Misericordia" risalente al XIV secolo.

Chiesa di San Giacomo Maggiore

Originariamente medievale, venne abbattuta e ricostruita diverse volte fino a quando, in accordo con la famiglia Curato, fu definitivamente sistemata nell'omonima piazza a partire dal 1900[45]. Custodisce la statua lignea della cosiddetta "Madonna della Vittoria" risalente al XIV secolo.

Chiesa di Santa Maria della Spiga

Di probabile fondazione paleocristiana, ha subito numerose modifiche nel corso del secolo. Al suo interno custodisce un affresco medievale raffigurante la Madonna della Spiga e una statua devozionale di San Ciro martire.

Chiesa di San Bartolomeo

Costruita per volere di Giovanni Pipino da Barletta subito dopo lo sterminio della colonia saracena del 1300 attualmente presenta caratteri dello stile barocco. L'annesso convento è stato riconvertito nell'attuale Convitto Nazionale "Ruggiero Bonghi".

Chiesa di Santa Maria di Costantinopoli[modifica | modifica wikitesto]

Si tratta della cappella dell'ex convento dei Cappuccini. Al suo interno, è conservata una pregevole statua di Sant'Anna.

Architetture civili

Palazzi storici

Il centro storico di Lucera è ricco di palazzi, costruiti soprattutto nei secoli XVII e XVIII come dimore private delle maggiori famiglie della città; gli stili architettonici rappresentati nel centro cittadino sono molti, dal neogotico, al barocco all'eclettico sino al liberty e al razionalismo del dopoguerra. Interi quartieri sono composti da palazzi nobiliari, come nel rione San Giacomo o in Piazza della Repubblica, dove il tessuto urbano e i palazzi ricorda la Lucera dell'ottocento[46]. La storia degli edifici civili lucerini si estende fino ai giorni nostri, comprendendo le numerose architetture moderne caratterizzanti le zone di più innovativa concezione del territorio cittadino.[47][46]

Fra i palazzi pubblici, si ricorda:

Fra le dimore private, si ricordano:

Fra le altre strutture abitative, si ricordano:

Architetture militari

Mura e porte della città

Fin dai tempi romani, Lucera era cinta di solide mura (di cui oggi restano solo alcuni tratti nei pressi del cimitero comunale) con l'apertura di quattro porte di accesso (Porta Ecana, Porta Albana, Porta Sacra e Porta Arga), più volte ricostruite nel corso dei secoli. Per difendere la città, Roberto d'Angiò, denominato il saggio, su richiesta degli abitanti cinse la città con nuove solide mura e cinque porte: Porta Troia a sud, Porta Sant'Antonio Abate a nord-ovest, Porta San Severo a nord, Porta San Giacomo ad est e Porta Foggia a sud-est). L'opera deperì col passare del tempo, fino a quando gli avanzi furono completamente rimossi dall'Amministrazione municipale a partire dal 1853[48].

Le porte sono:

Porta Troia

È la prima porta delle mura, ancora esistente, e si trova all'inizio di corso Manfredi. Essa, ai tempi dei romani, era chiamata porta Ecana, e segnava l'ingresso nella città, provenendo da Aecae, lo snodo della via appia-traiana. Successivamente alla rifondazione della città ecana con la denominazione attuale di Troia, anche la porta cambia il proprio nome. Oggi segna l'entrata del "rione alle Mura" ed è l'accesso sud al centro storico, in corrispondenza della stazione ferroviaria. Si tratta dell'unico arco di epoca angioina, risalente agli ultimi anni di regno di Roberto d'Angiò, che si affaccia su Piazza del Popolo. La porta medievale è simile a quella contemporanea di Porta Napoli eretta a Sulmona, con l'arco a sesto acuto e la facciata a grosse bugne rettangolari[49][50].

Porta Sant'Antonio Abate

Costruita nel medioevo, la porta Sant'Antonio Abate prende questo nome poiché si trovava proprio vicino alla Chiesa di Sant'Antonio abate e segnava l'entrata nord-ovest nel centro storico, lungo via Federico II, verso il colle Belvedere, dove attualmente sorge la Villa comunale. Si ritiene che al tempo dei romani, la porta si aprisse fra il colle Albano e il colle Belvedere, secondo la mappa disegnata da Rocco del Preite a fine '600, e alcuni storici la denominarono Porta Albana. Con gli angioini l'area della fortezza venne separata dalla città, forse con l'arretramento delle mura e l'apertura di una nuova porta, che prenderà successivamente il nome di Porta Sant'Antonio Abate.

Porta San Severo

Costruita nell'attuale Piazza di Martiri di via Fani e in prossimità di Piazza delle Terme Romane, la porta San Severo prende questo nome poiché segnava l'entrata nord nel centro storico, collegando Lucera alla vicina città di San Severo. In alcune fonti si ritrova anche come Porta Casalis Novi (dalla denominazione di un centro nei pressi di San Severo). Venne abbattuta nel 1860[48].

Porta San Giacomo

La porta San Giacomo si apriva in un punto imprecisato delle mura, segnando l'entrata est nel centro storico in direzione dell'antico casale di San Giacomo sito extra moenia.

Porta Foggia

È la seconda porta delle mura, ancora esistente, e si trova all'inizio di corso Garibaldi. Costruita nel medioevo, la porta Foggia prende questo nome poiché segnava l'entrata sud-est nel centro storico, collegando Lucera alla vicina città di Foggia. Si ritiene che al tempo dei romani, la porta si aprisse più a sud, verosimilmente all'altezza dell'incrocio di Viale delle Porte Antiche con Viale Giovanni Paolo II, e si chiamava porta Arga, secondo la mappa disegnata da Rocco del Preite a fine '600, poiché collegava Lucera alla vicina città di Arpi. Oggi segna l'entrata del "rione san Giovanni" ed è l'accesso sud al centro storico, affacciandosi su Piazza di Vagno. Si tratta della ricostruzione ottocentesca della porta medievale[51].

Fortezza svevo-angioina

L'architettura militare più imponente è la fortezza svevo-angioina, risalente al XIII secolo, di età federiciana (per quanto riguarda il Palatium) e età angioina (per la cinta muraria e il suo interno). Ad oggi l'intera area costituisce zona archeologica. Sono infatti visibili tracce di epoche diverse: capanne neolitiche, ruderi del periodo romano, paleocristiano, svevo e angioino.

Siti archeologici

La presenza di siti archeologici che raccontano la Lucera romana è di grande rilievo, soprattutto considerando la varietà dei resti che sono venuti alla luce nel corso dei secoli. I bronzetti antropomorfi e zoomorfi, rinvenuti nel 1800 sulla collina della fortezza, sono pertinenti a un carrello cultuale, attribuibile a un contesto funerario che ha restituito altri elementi del corredo, databile VII secolo a.C. I corredi delle tombe a grotticella scoperte vicino alla fortezza, provano la forte ellenizzazione del centro. L’area urbana della colonia latina venne definita con la costruzione della cinta muraria in blocchi di arenaria. La stipe votiva rinvenuta sul colle del Belvedere, ricca di ex voto e frammenti fittili di decorazione architettonica e frontonale, si riferisce a un santuario urbano, identificabile con quello di Atena Iliàs noto dalle fonti, impiantato dopo la fondazione coloniale su un luogo di culto daunio degli inizi del IV sec. a.C.

Anfiteatro Romano Augusteo

L'anfiteatro[52] è un monumento di epoca romana situato nella periferia est della città. Risale all'età augustea ed è fra i più antichi dell'Italia meridionale.[53] Per le sue notevoli dimensioni, risulta essere la più importante testimonianza romana di tutta la Puglia, nonché più antico del Colosseo di Roma (Anfiteatro Flavio)[54]. Fu realizzato per un pubblico numeroso, con una capienza tra i 16.000 e i 18.000 spettatori.[55]

Il sito archeologico del periodo medievale è la fortezza svevo-angioina, al cui interno sono visibili tracce di epoche diverse: capanne neolitiche, ruderi del periodo romano, paleocristiano, svevo e angioino.

Altro

Parchi

Piazze maggiori

Sono diverse le piazze di Lucera che hanno rilevanza storica, architettonica, sociale o commerciale. Tra le più celebri piazze del centro storico, vi sono:

Dove si aprono e dove si aprivano le porte cittadine, sorgono altrettante piazza:

Fonte: Wikipedia