Roscigno

Roscigno è un comune italiano di 649 abitanti della provincia di Salerno in Campania. Fa parte della Comunità montana Alburni, del Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni e della Diocesi di Teggiano-Policastro.

Il nome del paese è una derivazione dalla dizione dialettale "russignuolo", vale a dire usignolo. Ha una economia agricola: abbondano sul suo territorio numerosi terreni coltivati ad olivi e viti.


Roscigno Vecchia

Il Comune di Roscigno si divide in due parti: Roscigno Vecchia e Roscigno Nuova. Roscigno Vecchia, il centro storico, è una frazione completamente disabitata da tempo a causa della presenza di diverse frane. Il centro storico di Roscigno inizia a svuotarsi intorno all'anno 1902 a causa di due ordinanze del genio civile (la legge speciale n. 301 del 7 luglio 1902 e la legge n. 445 del 9 luglio 1908) che obbligano la popolazione al trasferimento nell'attuale ubicazione del paese, Roscigno nuova.

In Roscigno Vecchia attualmente risiede un solo abitante (Giuseppe Spagnuolo[4][5][6]) che, dopo la morte di Dorina, unica vera ultima residente, si è trasferito in una delle vecchie case, trascorre le giornate per le vie deserte del paese dove, talvolta, giunge qualche turista; il solitario abitante ne approfitta allora per fare da cicerone. Nel 2000 il centro storico di Roscigno contava 1 abitante[7].

Storia

Il nome del paese dalla ricostruzione storica deriva da Russino che compare in alcuni scritti del 1086 (custoditi presso l'abbazia territoriale della Santissima Trinità di Cava de' Tirreni) quando il signore di Corneto (Corleto Monforte) donò la chiesa di S. Venere all'abbazia di Cava.

Il piccolo borgo di Russigno e Ruscigni si può trovare menzionato in molti scritti di epoca medievale.

I primi insediamenti abitativi, che costituirono uno dei primi nuclei abitati di Roscigno Vecchia, si formarono verso la fine dell'anno mille intorno ad un monastero di Benedettini che fu costruito ad un miglio a sud dalla località chiamata "Piano".

La loro formazione si ebbe per esigenze logistiche da parte dei pastori, porcari e bovari di Corleto Monforte, che stanchi di percorrere tutti i giorni la distanza (circa 4 km) tra l'attuale centro abitato di Roscigno Vecchia e l'antico centro medievale di Corleto Monforte decisero di costruire degli insediamenti abitativi vicini al monastero dei Benedettini e la chiesa di Santa Venere.

Nel 1268 Roscigno Vecchia contava una popolazione di 110 fuochi.

Nel 1303 da un documento di tipo testamentario si certifica e si testimonia la presenza sul territorio di Rosinii, appartenente alla Baronia dei Fasanella, di frati ospedalieri.

L'anno 1515 è un anno fondamentale nella storia della comunità di Roscigno che era feudo dei San Severino.

Il 1515 è l'anno in cui si verifica l'autonomia del comune dalla proprietà del comune di Corleto Monforte e la storica e definitiva separazione amministrativa dallo stesso. La piccola comunità di Roscigno passa di mano e raggiunge la sua autonomia completa con l'acquisto da parte del feudatario Michele Soria per la somma di 15.000 ducati dei territori di tipo collinari e montani che andavano dalle "Difese di Galdo" e della "Costa del Monte", al "Cellino" ed alle "Serricelle".

Dal 1811 al 1860 ha fatto parte del circondario di Sant'Angelo a Fasanella, appartenente al Distretto di Campagna del Regno delle Due Sicilie.

Nel 1817 iniziarono i lavori per la costruzione del Camposanto in Roscigno Vecchia a seguito dell'applicazione dell'Editto di Saint Cloud, quindi i morti non vengono più inumati nelle chiese e nelle cappelle dell'antico centro abitato.

Nel 1860 molti cittadini di Roscigno aderirono alla rivolta contro i Borboni e furono contenti per l'annessione al Piemonte ed alcuni di loro fecero parte della colonna organizzata da Lorenzo Curzio che prese parte prima alla repressione dei moti filo-borbonici che erano sorti nell'avellinese e poi alla battaglia del Volturno.

Dal 1860 al 1927, durante il Regno d'Italia ha fatto parte del mandamento di Sant'Angelo a Fasanella, appartenente al Circondario di Campagna.

Briganti

Nel 1866 la sera del 7 luglio, verso le ore 21, in piazza Giovanni Nicotera si verificò un'invasione di bande di briganti capeggiate da Angelo Croce e Francesco Mazzei, che lasciarono a terra due morti e molteplici feriti.

Roscigno tra frane e alluvioni

L'instabilità del terreno è una variabile che gli abitanti di Roscigno hanno sempre tenuto in considerazione nel corso dei secoli.

Roscigno è stato riedificato per tre volte a causa delle frane, prima intorno al 1600, poi intorno al 1700 e, infine, agli inizi del Novecento costringendo gli abitanti di Roscigno Vecchia alla migrazione forzosa dalle zone più basse del centro storico verso la località nominata "Piano" (in cui oggi è situata l'imponente Piazza Giovanni Nicotera). Da questo nasce il mito del "paese che cammina", come viene spesso definito Roscigno.

Nel 1776 nella zona chiamata "Bella Pala" (vicina alla zona interessata dalla frana in località "Molinello") si è formato un piccolo laghetto a seguito di una depressione del terreno. Nell'aprile del 1776 il signore Mazzeo Francesco si tuffò nel laghetto di Bella Pala per misurare e vedere il fondo e, purtroppo, se ne persero le tracce per 8 giorni fino a quando non fu rinvenuto il suo cadavere.


Monumenti e luoghi d'interesse


Siti archeologici

Nel territorio collinare di Roscigno, a quasi due chilometri dal centro abitato, si trova il sito archeologico del Monte Pruno, sede di un vasto insediamento enotrio e lucano, databile tra il VII e il III secolo a.C.

Di particolare rilevanza una tomba principesca rinvenuta nel 1938, il cui ricco corredo è conservato presso il Museo archeologico provinciale di Salerno.

Altri ritrovamenti sporadici risalgono agli anni venti, mentre ricerche sistematiche si sono svolte a partire dagli anni ottanta ed i ritrovamenti stanno delineando e tracciando una estesissima e ricchissima necropoli.


Fonte: Wikipedia