Montecorvino Rovella è un comune italiano di 12.252 abitanti della provincia di Salerno in Campania.
Il termine Corvinus è appellativo della gens Valeria (antica famiglia romana della Magna Grecia) e dei loro possedimenti.[5] Nel 269 a.C. i Romani, alla cui testa vi era il console Sempronio Sofo, sconfissero i Piceni, di un'antica regione sull'Adriatico, e li trapiantarono con forza in Campania tra il confine meridionale della lega nocerina, e il confine settentrionale della lega lucana, occupando il territorio posto tra i fiumi Sele e Sarno.
Fu costruita una città a cui venne dato il nome di Picenza (Picentia) e Picentini ne furono chiamati gli abitanti per distinguerli dai Piceni rimasti sull'Adriatico. Più volte i picentini si ribellarono al giogo dei romani e Picentia venne rasa al suolo per ben due volte, finché i romani fecero obbligo ai Picentini di non ricostruire più la città, ma soltanto piccoli nuclei sparsi sul territorio.
Nacque Montecorvino, il cui nome secondo l'ipotesi, condivisa dagli storici, deriva dalla presenza dei corvi sulle alture del monte Nebulano che sovrasta il paese, oppure dal termine etrusco koràk letteralmente che è nero, ad indicare l'origine vulcanica del territorio, mentre il termine Rovella deriva dall'aggettivo Ribellus (ribelle) ad indicare gli abitanti di Picenza che si ribellarono all'autorità di Roma.
Rovella deriva da Rue elle (via corta): in campano infatti il paese viene chiamato Ruell.
Dal 1811 al 1860 è stato capoluogo dell'omonimo circondario appartenente al distretto di Salerno del regno delle Due Sicilie.
Dal 1860 al 1927, durante il regno d'Italia, è stato capoluogo dell'omonimo mandamento appartenente al circondario di Salerno.
Il 25 gennaio 1820 con decreto reale 1876 Montecorvino venne diviso in due dipartimenti: Rovella e Pugliano.
Con Regio Decreto n.623 del 28 marzo 1929, venne disposta la cessione di parte del territorio comunale che, insieme a parte del comune di Eboli, divenne il comune di Battipaglia.
Il 24 aprile 1988, un referendum popolare sancì il distacco della frazione di Bellizzi, che divenne ufficialmente comune autonomo il 2 gennaio 1990.
Lo stemma e il gonfalone del comune sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 17 aprile 2015.[6]
«Stemma di azzurro, a tre colli all'italiana uniti fondati in punta, di rosso, il colle centrale più alto e più largo sostenente il corvo di nero, allumato di rosso, imbeccato e membrato d'oro; il tutto alla bordatura in filetto, dello stesso. Ornamenti esteriori da Comune.»
Palazzo Pizzuti centro abitato
Palazzo Pico / Budetta
Palazzo Maiorini
Palazzo Arminio / D'Arminio
Palazzo Pizzuti frazione Nuvola
Palazzo Giudicemattei
Palazzo Bassi Capoluogo
Palazzo Bassi frazione Ferrari
Palazzo Bassi Frazione San Martino
Conservatorio di Santa Sofia 1719
Castello Nebulano, ruderi - Costruito in epoca longobarda tra il VI e il X secolo, assediato nel corso delle guerre di successione normanne (1122)[7], fu abbandonato definitivamente nel 1500[8].
Chiesa di Maria SS. delle Grazie 1487 - Piazza Budetta - Riaperta al pubblico il 9 febbraio 2019 - Gioiello d'arte
Chiesa di Sant'Eustachio. Alla terza domenica di agosto, in questa chiesa si festeggia il ricordo dell'apparizione della Madonna dell'Eterno. Qui è custodita una copia della statua della madonna; l'originale è situata nel santuario omonimo.
Santuario della Madonna dell'Eterno
Chiesa di San Lazzaro
Chiesa di San Bernardino da Siena
Chiesa dei Santi Apostoli San Pietro e San Paolo (patroni di Montecorvino Rovella)
Chiesa di Santa Maria della Pace, costruita per sancire la pace tra le due famiglie più importanti della storia di Montecorvino: i D'Arminio e i Damolidei
Chiesa di Santa Maria degli Angeli
Chiesa dell'Addolorata
Chiesa dello Spirito Santo
Chiesa di San Filippo
Chiesa longobarda di Sant'Ambrogio[9]
Chiesa del Santissimo Salvatore e Sant'Andrea Apostolo. Situata nella frazione Gauro, è l'edificio religioso più antico del comune. La parrocchia ha festeggiato l'800º anniversario nel novembre del 2010: la più antica testimonianza, infatti, della sua esistenza risale al 4 ottobre 1210. La domenica successiva al 6 agosto si commemora la Trasfigurazione del Cristo sul Tabor, antichissima consuetudine risalente alla seconda metà del Quattrocento, documentata già nel secolo XVI[10].
Chiesa Immacolata Concezione di Maria Vergine nella frazione Macchia, inaugurata il 29 agosto 2010
Varie cappelle votive della Madonna Odigitria.
Fonte: Wikipedia