Umbriatico

Un borgo affascinante. Sembra di essere su un'isola, pur essendo sulla terra ferma. Costruito su una rupe, si accede al paese da un viadotto costruito su uno stretto istmo,  senza il quale sarebbe isolato.

Nel passato questa posizione privilegiata gli ha permesso di difendersi facilmente, tant'è che il borgo non ha avuto bisogno di un castello fortificato.


La Rupe

La caratteristica di Umbriatico è la rupe sulla quale è stato costruito l'abitato. Della Rupe scriveva l'Ughelli, "in rupe quadam orrendis praecipitiis munita atquae inaccessa" e Mons. Pacichelli aggiungeva, "in una rupe di malagevole accesso e di poca grata dimora tra sentieri di precipizio e di spavento". E il poeta Teodoro Torchia: "Sì è vero! Tra tante rupi a strapiombo, picchi inaccessibili, tra orridi abissi è posta Umbriatico... si accede attraverso... un viadotto, posto su un ristrettissimo istmo. Senza questo viadotto, il paese rimarrebbe completamente isolato appunto perciò cinto da altissime mura naturali"[4].

Umbriatico è una delle poche cittadine calabresi prive di un castello feudale, costruzione fortificata non necessaria in quanto la roccia su cui sorge costituisce essa stessa una fortezza inespugnabile. Il territorio comunale è compreso tra 60 metri s.l.m. e 709 metri (Cozzo Perticaro, il cui crinale lo divide dal comune di Pallagorio).

Storia

Età antica: Bristacia

Sul colle dell'attuale abitato, delimitato da spaventevoli dirupi, sorse, intorno al VII sec. a.c., la città di Bristacia, fondata o fortificata da coloni crotoniati sulle fondamenta di un borgo enotrio-italico gia attivo.

Nel 215 a.C., durante la Seconda guerra punica, Annibale vi costruì un fortino per difendersi dagli attacchi dei Romani, ma dopo la fuga di Annibale a Cartagine, i Romani espugnarono il paese (204 a.C.) facendo un massacro. I resti di queste persone morte circa 2000 anni fa sono stati ritrovati durante i lavori per la costruzione della strada che dall'abitato di Umbriatico porta alla frazione Perticaro (il cui nome deriva dal greco e significa luogo tutto lieto[5]). I resti del fortino sono ancora visibili dalla strada provinciale 6, alle falde del monte Tigano. Dalla strada è inoltre possibile vedere ciò che resta di un serbatoio idrico, sempre di età romana[5].

In Contrada Cospito fu ritrovata una necropoli.[5]

Alto Medioevo: Euria e Euraton

Nell'alto medioevo in epoca di dominazione bizantina, sorse come città di Euria (Euraton, Euriatensis), e compare in età bizantina tra le primitive diocesi suffraganee della nuova metropolia di Santa Severina, istituita verso la metà del nono secolo. Essa è presente nel Synecdemus (Euraton) e nella Notizia III della Diatiposi (Euriatensis).[6]

La scelta del nome Euria è legata con tutta probabilità al popolamento dell’abitato con reduci provenienti dall’Epirus Vetus (Grecia nord-occidentale), ove una diocesi omonima si avviava a scomparire. Nonostante le fonti riferiscono la denominazione di Euria dal X sec in poi, è plausibile ritenere che Umbriatico fosse di fondazione precedente, almeno della seconda metà del VI sec, come testimoniano gli insediamenti rurali di età bizantina nati attorno al kastron di Umbriatico[7].

All’ultimo periodo bizantino (1030-1040) è attribuita la costruzione della Cattedrale di San Donato, edificata sulla "cripta", che doveva essere secondo alcuni la primitiva chiesa del Decimo secolo, e secondo alcuni un tempio greco pagano.

Basso Medioevo: Ebriaticum

All’arrivo dei Normanni “Ebriaticum” è sempre vescovato e compare anche il titolo della sua cattedrale: la “matris ecclesie S. Donati”, come si ricava da un atto del giugno 1115, sottoscritto da “Johannes, Ebriatice sedis indignus episcopus”, riguardante una cospicua donazione di beni, siti nell’attuale territorio di Cirò, fatta da Riccardo Senescalco, figlio del conte Drogone e nipote del Guiscardo, all’abate Raymundus ed ai monaci della chiesa di S. Salvatore di Monte Tabor[6].

La Diocesi di Umbriatico restò sede vescovile fino al 1818, con la bolla De utiliori di papa Pio VII, quando il suo territorio venne incorporato in quello della diocesi di Cariati.

Fu sempre feudo aggregato al Principato di Cariati, che includeva diversi comuni, di diverse potenti famiglie come i Ruffo, i Riario, gli Spinelli ed infine i Rovegno[8][9][10]. Il vescovo aveva anche rendite, spesso in contrasto con il feudatario.

La diocesi cominciò a decadere verso la fine del Duecento quando fu particolarmente devastata dalla guerra del Vespro. Scoppiata infatti l’insurrezione in Sicilia (31 marzo 1282), l’esercito di Pietro III d'Aragona invadeva la Calabria, distruggendo i paesi che si opponevano tra cui Umbriatico sotto il vescovo Lucifero, i cui beni furono particolarmente saccheggiati. I successivi tentativi di rinascita e di ripopolamento non daranno i frutti sperati, nonostante i privilegi ottenuti dal re Carlo II d’Angiò: Umbriatico sia per le distruzioni subite a causa della guerra che per la crudele tirannia del feudatario, andò deserta tanto che il papa Giovanni XXII, il 19 agosto 1317, incaricò l’arcivescovo di Santa Severina di trasferire la sede vescovile in un altro luogo insigne della stessa diocesi. Fu così che Ypsicrò (Cirò) divenne la sede abituale dei vescovi di Umbriatico[6].

Epoca moderna

Dopo un breve periodo di rinascita durante la prima metà del Cinquecento, iniziò, similmente alle altre città vicine, una lunga fase di decadenza, accresciuta dal fatto che i vescovi potevano e preferivano, quando erano in diocesi, risiedere abitualmente con la loro famiglia e curia a Cirò. Al tempo del vescovo Alessandro Filaretto Lucullo (1592-1606) la città ha circa 700 abitanti[6]. Verso la fine dei Seicento Umbriatico è ormai ridotta a circa 350 abitanti e subì gravi epidemia di colera.

Passata la grave crisi seicentesca, Umbriatico si ripopolava e le rendite del vescovo aumentavano, anche se modeste.

Con il riordino amministrativo messo in atto sotto la dominazione napoleonica, Umbriatico fu prima capoluogo di un territorio comprendente le città di Bocchigliero, Campana, Melissa e Savelli; poi semplice comune, facente parte della giurisdizione di Campana; divenne autonomo nel 1816.

Architetture civili e religiose

Cattedrale di San Donato

La Cattedrale

Interno

La Cripta

È la struttura architettonica più importante della cittadina. Costruita verso la fine della dominazione bizantina (1030-1040), sopra una preesistente "cripta", la Cattedrale, un tempo intitolata all'Assunta[5], è dedicata a San Donato, vescovo di Euria dell’Albania e compatrono della comunità. Il cambio di dedicazione della chiesa fu probabilmente dovuto all'arrivo di una reliquia del santo, tuttora conservata nella chiesa assieme a una statua argentea dello stesso.[5]

San Donato nel IV secolo d.C. fu vescovo di Euria, nell'Epirus Vetus (Grecia nord-occidentale). Secondo una sua 'Vita' in greco, composta in pieno Medio Evo, i suoi resti sarebbero stati trasferiti nella nuova Euria - cioè Umbriatico - quando la pressione dei barbari costrinse il presule, con il clero e gli abitanti della diocesi, a trasferirsi nell'attuale Calabria. In realtà, la traslazione avvenne alla fine del sesto secolo, sotto la pressione degli Avaro-Slavi, ma alla volta dell'isola di Corfù. Solo ai primi del tredicesimo secolo le reliquie furono trasportate dai Veneziani nell'isola di Murano, dove tuttora si conservano insieme ai presunti resti del drago ucciso da Donato con il solo segno della croce"[11].

La cattedrale sorge nel pieno centro storico del borgo e apre il suo portale principale con stipiti in pietra preceduto da una gradinata a semicerchio. Alla sinistra del frontone s’innalza la torre campanaria terminante a cuspide e il portale laterale in pietra tufacea che reca l’iscrizione “P.S. Aem S. Samarcus rossa S. PP. S. Umb. S. Anno D. MDCX”. L’interno è a tipo basilicale con l’assoluta[4]. nudità architettonica.

La Cripta, divenuta una chiesa ipogea dopa la costruzione della Cattedrale (XI secolo[5]), doveva essere secondo alcuni la primitiva chiesa bizantina del Decimo secolo,[5] e secondo altri un tempio greco pagano.

La cripta è un modesto edificio di stile romanico a pianta rettangolare di m. 20 per m. 7;[5] è divisa in tre navate da due file di colonne - in tutto 12 - tutte più o meno tutte l’una diverse dall’altra[12][13], anche nel capitello e nel basamento, sulle quali poggiano le 18 arcatelle costituenti la volta a crociera; si ritiene che le colonne possono essere state recuperate da altri templi pagani greci o romani come il tempio di Apollo Aleo di Krimisa.

Sulla cripta si sviluppa il transetto della chiesa, caratterizzato da quattro archi a tutto sesto.[5]

Per quanto riguarda la data di fondazione della chiesa di Umbriatico, si ritiene coeva a quella di Santa Severina come è testimoniato dai materiali usati, dalla mano d'opera e dai due mattoni che reperiti dall'Arciprete Arcuri, durante i lavori di restauro del 1959, sono stati murati dallo stesso nella navata maggiore. Il primo mattone riporta una scritta in greco che, riferita alla chiesa, indica che il «tempio fu costruito da Teodoro Vescovo» (primo di Umbriatico nella prima metà del secolo XI°); il secondo mattone riporta invece il sigillo di «Lucio Novio Ele» (Eleato), probabilmente colui che produsse i mattoni, gli stessi impiegati anche per la costruzione della Cattedrale di Santa Severina, consacrata nel 1036.[5] Quindi la Cattedrale umbriaticese può essere datata intorno alla prima metà del sec. XI e comunque tra il 1030 e il 1040[14].

All’interno della chiesa, che si presenta a tre navate con archi lievemente acuti e sormontate da monofore[5], si ricordano l’altare maggiore in marmi policromi di stile barocco, le lapidi sepolcrali di alcuni vescovi titolare di questa sede diocesana, le reliquie di San Gregorio Papa e di altri santi, alcuni frammenti della veste di Cristo e il reliquiario della Santa Spina[4].

Nel corso dei secoli subì diversi rifacimenti e restauri, i più notevoli furono eseguiti nel 1610 dal vescovo Sammarco che fece assumere alla cattedrale l’aspetto barocco, ricco ed elegante che fu poi potenziato nel 1701 dal vescovoBartolomeo Olivieri, nel 1725 dal vescovo Loyero che eseguì lavori di così vasta portata che riconsacrò la cattedrale e il bellissimo altare settecentesco, nella prima metà dell’Ottocento dal vescovo di Cariati Nicola Golia che ne fece restaurare la facciata ed infine nel 1949 quando il tempio, con grande sconcerto della popolazione di Umbriatico, fu denudato (venne smontato l’antico organo, il monumentale altare centrale, il bellissimo pergamo e il coro con i 26 stalli ignei, fu demolito il fonte battesimale e tutti gli altari lungo le navate laterali) e la cattedrale fu riportata alla sua originaria struttura architettonica di epoca normanna.[15]

Chiesetta di Santa Maria delle Grazie

Di origine medioevale, si trova a un centinaio di metri della Cattedrale. La chiesa, che si presenta con una navata chiusa da un'abside semicilindrica, al suo interno conserva le tracce di un affresco dedicato alla Madonna incoronata.[5]

Palazzo Giuranna

Il settecentesco palazzo nobiliare Giuranna, che oggi ospita la sede municipale, è stato fortemente danneggiato da un incendio nel marzo del 2002. La famiglia Giuranna è originaria della Calabria; le prime memorie certe risalgono a Jacoponel 1398 ed al fratello Guglielmo, vescovo di Cerenzia; il casato si stabilì ad Umbriatico nel 1724; della famiglia si ricordano Giuseppe, giurista; Donato Antonio, celebre medico; Giovan Domenico, professore in medicina nella Regia Università di Napoli, cavaliere ufficiale della Corona d’Italia, vivente nella prima metà del XX secolo[16].

Fortini difensivi

Umbriatico disponeva di due fortini di difesa, situati alle due estremità dell'abitato. Il primo, sul lato sud, era la Porta Fortino, nel rione Castello, dove ancora oggi restano alcune mura provviste di feritoie. Il secondo era il Fortino di Canalicchio, sul lato opposto del borgo in direzione nord[5] e collocato più in basso rispetto all'abitato, in modo tale da proteggere una strada di accesso alla rupe; in prossimità del Fortino di Canalicchio vi sono anche alcune grotte a due e tre vani, la cui origine non è però ancora chiara.[5]

Altro

Fonte: Wikipedia